Tra Alghero, piccolo angolo di Catalogna in terra sarda, e Bosa, antica e pittoresca città sul fiume, c’è una litoranea che salirebbe sicuramente sul podio della Road Parade italiana, se mai ne esistesse una. Si tratta della provinciale 105 (a un certo punto, quasi a metà, diventa 49): una striscia d’argento tra mare e montagna, arena di panorami incredibili. Potreste averla vista in tv, co-protagonista di qualche spot, calpestata dagli pneumatici dell’ultimo modello di un’auto. Sono solo, più o meno, 45 km: non abbiate fretta di consumarli, godetevi ogni scorcio, ogni sosta, ogni momento lungo questo itinerario, che è una meraviglia d’Italia.

Incantevole spazio intorno e distanza da viaggiare, nulla di finito, nulla di definitivo.
È come la libertà stessa.
(David Herbert Lawrence)

Istruzioni per l’uso: Alghero-Bosa on the road

La prima cosa da fare è noleggiare una macchina, non necessariamente una spider. Oppure una moto se volete sentirvi un po’ Easy Riders (decidete voi di chi vestire i panni: Peter Fonda o Dennis Hopper?). Meglio ancora, se per caso aveste voglia di sudarvi il traguardo, una bicicletta. Il secondo consiglio è quello di percorrere la strada in direzione nord-sud, per avere il mare sulla destra.

Alla scoperta della costa occidentale della Sardegna: pronti, partenza, via!

Salutate Alghero e sorpassate le spiagge di Las Tronas, chiamate così per gli scogli cilindrici che nel tempo hanno assunto la forma di trono. Fuori dall’abitato, la prima spiaggia che si incontra è Calabona, dove le rocce di calcare rosa diventano perfetta base d’appoggio per il sollazzo dei bagnanti e i fondali sono stracolmi di vegetazione colorata e pesci. Poco più a sud c’è il Canal dell’Omo Molt (“canale dell’uomo morto” in catalano), piccola piscina naturale dai colori cangianti: nonostante il nome, non certo di buon auspicio, qui i sub ci vengono a frotte. È giunto il momento di staccarsi dalla costa e attraversare una distesa di ulivi. Non cadete nel tranello delle indicazioni per Cala Burantinu, una delle più belle di questo tratto costiero, perché i residenti hanno bloccato l’accesso pubblico sullo sterrato che porta al mare. Se non volete perdervi questo angolo di paradiso, potete raggiungerlo in barca o tramite il sentiero in costa dal Canal dell’Omo Molt. Ma non buttatevi giù, c’è un premio di consolazione: la spiaggia della Speranza (neanche a dirlo!), un ampio semicerchio di sabbia mista a ciottoli, nella località di Poglina.
A questo punto si entra nel territorio di Villanova Monteleone, e si sale finché la costa diventa alta scogliera. Lungo questo tratto di strada (avviso ai ciclisti: c’è una fontana a metà strada!) ci sono più punti panoramici: accostate e riempitevi gli occhi con la veduta sul litorale tra Porto Tangone e Capo Marrargiu. Poi, alzate la testa e guardate planare gli “entolzu” (così i sardi chiamano i grifoni), che nidificano proprio sulle scogliere di Capo Marragiu e fanno avanti e indietro dal mare all’altopiano di Campeda, a caccia di cibo. Il posto giusto per il birdwatching: sulle pendici di Capo Marrargiu, seguite il sentiero che porta ai punti di avvistamento dei rapaci.
Il paesaggio cambia ancora, il mare e le cale di acqua verde, azzurra o turchese tornano i protagonisti: vi state avvicinando a Bosa. Per prima c’è la cala Torre Argentina, con i suoi scogli piatti e la torre cinquecentesca; poi, le spiaggette sabbiose e di ciottoli, gli anfratti e le piccole insenature, le piscine naturali identificano l’area di Tentizzos (“tentacoli”: nessun nome sarebbe più indicato). Prendetevi 15 minuti di tempo per una camminata nella natura: c’è un sentiero che dalla provinciale porta a cala Cumpoltittu, un paradiso di sabbia bianca tra le pareti di roccia. Ci siete quasi, ma prima di tagliare il nastro del traguardo dovete vedere le tre belle cale di S’Abbe Drucche (“acque dolci”).
Ora risalite l’estuario del fiume Temo: vi pare di vedere una vibrante tela di Klee, con un arcobaleno di casette aggrappate a una collina? No, non è un sogno: siete arrivati a Bosa!